martedì 19 febbraio 2013

Abercrombie &Fitch


Io non vado mai in discoteca. Però ogni tanto vado da Abercrombie.
Bella musica, bella gente, caldo da sudo-ma-gudo. E poi si va be’, ci sono i vestiti. Ma quello è un dettaglio.

Se chiedi a mia mamma qual è il bello di Abercrombie, lei ti risponde:
“I commessi”.

“Ma mamma! Ma come i commessi???”.
“Sì però adesso li han cambiati adesso”. Dice un po’ delusa.

Ah.

Mia mamma è più aggiornata di me. Sa anche quando cambiano i modelli di Abercrombie.

Qui a Chicago c’è il negozio di Abercrombie. Ci sono 1055 negozi di Abercrombie nel mondo… ci mancherebbe che non fosse anche qui!

Quando arrivano ospiti, amici, parenti e ti chiedono cosa c’è da vedere a Chicago, ad un certo punto nell’elenco delle “attrazioni”, butto lì con nonchalance: ah sì, beh, poi c’è Abercrombie…
Silenzio.

La reazione è sempre la stessa.
Prima di tutto vedi un guizzo negli occhi di chi ti ascolta. Come se fosse venuto al mondo in quel momento. Poi vedi che il tuo interlocutore italiano medio inizia a balbettare, gli si secca la lingua, gli occhi iniziano a fissare il vuoto.
 “A A A Abercrombie?”
“Sì, Abercrombie. Beh sai, è un marchio americano”.
Ma la mia risposta non arriva mai al destinatario.
Poi scattano a mitraglietta le domande sono sempre le stesse:
Dov’è?
Come ci si arriva?
C’è il teletrasporto immediato?

Il fatto è che: se Abercrombie fosse un negozio normale, allora è come andare dal fruttivendolo. Entri saluti compri ed esci.
Da Abercrombie invece, entri e… o esci subito, come ha fatto mio papà la prima volta che è entrato da Abercrombie “Scusate, mi è venuto il mal di testa, non vedo niente, io esco”, oppure non esci più perché sei rapito in questo turbinio di sentimental confusion che è Abercrombie, come ha fatto mio papà la seconda volta che è entrato da Abercrombie che è uscito con due borse piene.

Innanzitutto Abercrombie si riconosce perché’ la musica inizi a sentirla da lontano. Appena stai per varcare la soglia di questo limbo, c’è un modello che ti saluta: “Hey, how are you doing?”. Ecco. L’amico di mia mamma.

Appena hai fatto un passo dentro al negozio la prima cosa che devi fare è toglierti il cappotto o la giacca se no i 47 gradi di temperatura del negozio si impossesseranno del tuo corpo e i risultati non sono certo ne’ belli ne’ profumati.

Dopodiché vieni rapito dai sedicimila decibel di volume della musica, dal buio, e dal profumo che ti va letteralmente al cervello togliendo ogni inibizione al portafoglio e inizi a girare il negozio tirando su tutto quello che ti capita a tiro: “ma sì, ma sì, anche questo! Bellissimo! UUU guarda questo!”.
Stordimento allo stato puro.


In questa atmosfera surreale, vedi sfrecciare commesse o commessi, noti per la loro perfetta forma fisica che ti danno l’illusione che se compri i loro vestiti, puoi diventare anche tu come loro. Per cui ti trovi a sfidare il buio, le luci soffuse, con il profumo che ti inebria, un caldo della eva, il capotto e la borsa che pesano, la sciarpa che penzola e che ci inciampi dentro ad ogni passo. Poi hai la disavventura di dover chiedere qualcosa a quello che è venuto con te. Ma nel casino non sente niente. Allora provi cautamente ad urlargli nell’orecchio:

-       COSA DICI DI QUESTA FELPA ARANCIONE??
Tunz Tunz Tunz (Sotto la musica)
-       COSA???
-       QUESTA FELPA!! ARANCIONE!!!
-       HAI IL MAGONE??
-       NOOO!! LA FELPA!!! VADO A PROVARLA!!!!
-       VUOI LA ZIA CARLA??
-       NOOO. CIOE’ SI’, ANCHE! MA NON ADESSO! LA FELPAAAA!!!!!!

Tunz Tunz Tunz.

Dopo aver gentilmente invitato l’altro a leggere il labbiale, gli fai capire con i gesti dei sordomuti che vai a provare i vestiti.

Quando entri nel camerino e sei pronto alla tua trasformazione in modello super-fico, finisce brutalmente l’incantesimo: i vestiti non ti entrano, non salgono o non scendono. Oppure ti fasciano tutto tipo modello cotechino avvolto nello spago.
Allora.
Tiriamoci su.
Da Abercrombie non vieni assunto a fare il commesso se non sei bello. Ma bello impossibile. Devi essere perfettamente bello. E’ così! Quindi auguri a quelli belli dentro come me.

Poi diciamocela tutta. Al di là dell’essere belli, da Abercrombie & Fitch, i tuoi compiti sono: piegare i vestiti, essere gentili e andare in giro per il negozio a spruzzare il profumo su tutti i capi. Ebbene sì! Ho beccato una ragazza che lo faceva. Per quello che poi quando esci, torni a casa, tiri fuori i vestiti dal sacchetto, li annusi e sanno di Abercrombie. MMM aaah! Come profumano!!! E allora da lì non li molli più.

Una cosa però che non ho capito di Abercrombie, e che vi farà rimanere a bocca aperta, è: perché gli americani non si vestono da Abercrombie? Veramente. Io non li vedo coi vestiti firmati di A&F. No. Fatemici ripensare… mmm no. Proprio no. Deve essere diventata una fissa italiana o europea.

I prezzi dei vestiti di Abercrombie in Italia sono 3 volte tanto quelli americani originali. E allora questo ha scatenato una serie di richieste a distanza di vestiti di Abercrombie che voi non avete neanche idea.

I miei genitori, suoceri, amici, tutti, vanno da Abercrombie non solo per prendersi cose per loro, ma vanno con tanto di fogli o e-mail stampate con su le richieste dei connazionali.

Ora.
Io pensavo che cioè succedesse solo all’interno delle nostre famiglie.
In realtà, un giorno, son andata da Abercrombie sempre per conto di qualcun altro e ho visto una coppia italiana che discuteva animatamente fra di loro perché’ la felpa che aveva chiesto loro figlio, non c’era. E allora giù una litigata (viva gli italiani all’estero) perché la moglie voleva prendergli lo stesso qualcos’altro (come facciamo a tornare a casa a mani vuote?? Dai!! Povero Maurizio!) e il marito no (E se poi sbagli la taglia??? Dai!!! Prendiamo solo la maglietta per la Lalla).
Poi ho visto una coppia di polacchi anche loro con delle mail stampate con la foto di alcune felpe e pantaloni della tuta, che mostravano i nomi e le taglie dei vestiti ad una commessa. Mio Dio dove siamo finiti!!!

Allora.
Vorrei dirvi che non è il caso di spendere centinaia di euro per i vestiti Abercrombie. Vorrei anche dirvi che piuttosto vado io a comprarveli qui.
Ecco. Quello anche no, non voglio fare la figura dei polacchi.
Quindi piuttosto, venite a trovarmi.
C’è anche Abercrombie a Chicago. Ve l’ho detto?

See ya!

7 commenti:

  1. Io non ci sono mai andato...

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  2. Checco visto che non ci sei mai stato (UAHAHUAHAAUHAuA) come mai quando ti vedono entrare da Abercrombie, le commesse stappano lo champagne? Quante volte hai comprato il profumo di A&F? Dai dai conta su!

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  3. Concordo con tua mamma!!! Però la felpa me la sono comprata a NYC...A&F c'è anche a Milano da qualche anno (codecodecodecode di ragazzine delle medie con mamma accanto) ma mi rifiuto di pagare quei prezzi esorbitanti!

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    1. Ciao Annina! Hai fatto bene a prenderla a NY! Grazie e a presto!!

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  4. sei fortissima!!!! mi sto scompisciando dalle risate anche perché nemmeno io sono proprio fisicamente perfetta oserei dire che si fa prima a saltarmi che girarmi intorno,odio il casino,le discoteche e le modelle fighe ma ho un mare di richieste da soddisfare di amici e parenti che sanno che vado a new york...aiutooooo come farò!!!

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    1. Hahahah! Grazie Desiree!!! Spero il viaggio sia andato bene visto che e' passato quasi un anno da quando mi hai scritto!! Scusami tantissimo per il ritardo!!!!
      Alla prossima!!!

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  5. Ecco, Il mio primo (e unico) incontro con Abercrombie qui a Milano non e' stato dei migliori.
    Ero in giro con un amico quando siamo passati per caso davanti al negozio, quel giorno se volevi potevi fare la foto col bonazzo di turno, non essendo mai stata patita del tizio tutto muscoli potevo anche farne a meno, ma dato che ero li' mi sono avvicinata per posare con lui.
    Il modello fa una faccia terribilemente schifata della serie "Devo proprio posare vicino a sto cesso", e aggiunge un paio di battutine simpatiche al riguardo, perche' ahime tra malformazione alla schiena e agli occhi la bellezza non e' Il mio punto di forza.
    La ragazza che scattava con quel filino di cervello e sensibilita in piu'' che caratterizza noi donne nota la mia espressione (dal nervoso mi erano venute le lacrime agli occhi) e la faccia del mio amico che da vero amico dopo aver sentito la comicita' spassosissima del ragazzo, voleva dargli due calci nel culo e cerca di alleggerire l'atmosfera scattando al volo.
    Dopo quella volta non ci ho mai piu' voluto mettere piede perche' francamrente di questo tipo di persone e di ambiente posso anche fare a meno.

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