martedì 5 marzo 2013

La mancia


Diciamoci la verità.
Amleto era un uomo da invidiare.
Almeno lui aveva solo due dubbi: essere o non essere. Tutto qui.
Essere o non essere?
Dai Amleto la risposta non è neanche tanto difficile. Chiedi l’aiuto dal pubblico, vedrai che la sanno tutti.

A me mi assalgono almeno cinque, dieci dubbi in un colpo solo. Come quella volta che in un decimo di secondo pensavo di perdere la testa.
Mio marito non era ancora tornato dal lavoro, stavo facendo da mangiare. O meglio, stavo tentando. E in un decimo di secondo scoppia il caos: il piccolo Pietro nella sdraietta scoppia a piangere perché ha fame, Tommaso fa i suoi bisognini nel patello e dice: cacca cacca. Nel frattempo le scaloppine mi chiedono se possono essere gentilmente girate sull’altro lato perché è ora. Mentre mi dò un secondo per riordinare le priorità, Tommaso ha la brillante idea di aprire la dispensa, prendere la scatola della frutta secca e rovesciarla sul pavimento, facendo rotolare nocciole ovunque. Sotto il tavolo, sotto le porte, sotto il frigo. Nel frattempo il fuoco sfrigola, Pietro piange, Tommaso cade scivolando sulle nocciole e la pupù inizia a puzzare. AAAAAAAAA.
Mentre intono il canto “Mio Dio Mio Dio perché mi hai abbandonato?” lascio che l’angoscia prenda il sopravvento per pochi secondi. Poi sorrido pensando all’assurdità di questa situazione e dico: ok. Partiamo con ordine. Cosa faccio? A chi dò retta per primo?
E allora mi arrangio su un po’, prendo il piccolo in braccio, sposto via le noccioline coi piedi creando un varco verso i fornelli, giro le scaloppine con una mano, prendo Tommy con l’altra e andiamo in bagno cantando “cacca cacca”. Ecco fatto.

Simil dubbi arrovellano la mia mente (parlo come Amleto) quando devo decidere quanta mancia devo lasciare ai camerieri.
Eh sì cari miei!
Perché in America bisogna lasciare la mancia ai camerieri quando si va a mangiare fuori. O meglio, quando c’è qualcuno ti serve al tavolo.
E così brandisco un teschio, o la testa del cameriere, e iniziano le mie domande: Quanta ne lascio? Così? E’ troppo? E’ troppo poco? E’ da barboni se lascio tanto così? Com’è che funzionano le percentuali? Qualcuno ha una calcolatrice?

Con ordine.
La mancia (tip) da lasciare si basa sulla qualità del servizio ricevuto da parte del cameriere. Nel decidere l’ammontare bisogna tenere a mente queste cose: se il cameriere è gentile, se ti fa aspettare, se ti serve bene, se in caso di mosca o capello nero nel piatto (perche’ sono sempre neri i capelli nel piatto?!?) striscia per terra per chiederti scusa etc.
Il servizio viene remunerato in percentuali sul totale del conto. Eh già, perché’ nel conto non è incluso il servizio. Ma dopo vediamo. Intanto le percentuali sono come segue:
10% servizio fair (giusto, discreto. Ma e’ un po’ bassino)
15% servizio good! (buono)
20% servizio great! (di alta qualità)
25% servizio excellent! (tu cameriere sei il numero uno!).

La cosa che mi fa più ridere è questa.
Quando arrivano italiani nuovi qui in America e si va a mangiare fuori, al momento del conto dopo la paciottata, l’italiano esperto dice: ah ragazzi e poi bisogna aggiungere tasse e mancia.
La reazione degli italiani freschi freschi è la stessa. Sempre:

COOOSA???? E PERCHE’??? CHE PALLE!!!

Più di una volta ci siamo sentiti dire: “ah ma io non la lascio”. Grandi gli italiani!!!
Allora mio marito parte con il discorso da presidente del senato in cui spiega che la mancia in America si deve dare perché i camerieri in America sono pagati il minimo salariale. Ogni Stato degli Stati Uniti decide qual è l’ammontare. Sapete qual è lo stipendio di un cameriere nell’Illinois? 4,59 dollari all’ora. I nostri 3 euro. Il costo di un kinder delice.
Non solo.
Per molti stati degli Stati Uniti, il gestore del ristorante decide di pagare i camerieri MENO del minimo salariale. Meno di un kinder delice, vi rendete conto? Cosa c’è meno di un kinder delice?!?!
La razio, ops, la ratio che c’è dietro è questa. E’ come se il gestore dicesse: caro cameriere, io ti assumo, ti pago, poco, ma ti pago. Però la differenza la fai tu! Più tu sei bravo veloce e gentile più ti becchi mance alte. Io faccio come Ponzio Pilato. Me ne lavo le mani. Buon lavoro!


Questo serve al gestore, sempre secondo il discorso del mio senatore, perché così il datore di lavoro si tutela dalla brutta immagine che può avere il suo locale. Serve a slegare il ristorante in se’ dai camerieri che servono. Esempio, se il cameriere è lento e non gentile, ma il cibo è buono, questo non va a ledere dell’immagine del ristorante. Va a ledere l’immagine del cameriere. E’ colpa del cameriere! Quindi il cliente, se ha mangiato bene, torna e si augura di avere un altro cameriere. Se il cameriere non vi tratta bene in ogni caso, voi siete più che invitati a dirlo al gestore. ASSOLUTAMENTE! Siamo i clienti e qui abbiamo sempre ragione!

Quindi cari amici connazionali, si tratta solo di essere un po’ aperti e di sapere queste cose. E’ vero, noi italiani reagiamo subito male perché prima di tutto, noi non diamo MAI-NIENTE-A NESSUNO- GRATIS-TE LO PUOI SCORDARE. Secondo, perché come dice mio padre, a noi italiani piace vedere il conto finale tondo tondo che devo pagare. Non ci venite a chiedere soldi in più!!! Che fastidio! Ah io sono d’accordissimo!!! Voi dovevate vedere la vena sulla fronte di mio marito ogni volta che arrivava il conto di qualsiasi pub, ristorante, cantina, e dovevamo calcolare la mancia. La vena si gonfia e inizia a pulsare. PUM PUM. PUM PUM.
Adesso ci abbiamo fatto l’abitudine. La vena anche lei.

La logica funziona. E’ onesta. Anche perché poi vedi camerieri che veramente si fanno in quattro per servirti. E la mancia gliela lasci volentieri. Che ti chiedono se va tuto bene, se c’è qualcosa che vuoi cambiare etc.
In Italia abbiamo sempre il dubbio che se riporti indietro una cosa, il cameriere vada in cucina, e o ci sputi sopra o ti tratti male per il resto della serata.
Infatti adesso in Italia, io non sopporto più quei camerieri che senza ne’ sorriderti ne’ salutarti si avvicinano al tavolo e dicono: te cosa vuoi?

TE COSA VUOI?!?!?!
Caro buzzicone, portami una pizza e vedi dove finisce. Tu in America avresti vita dura.

Una volta ero in un ristorante qui a Chicago con una coppia di miei amici italiani in viaggio di nozze. Al momento del conto, spiego della mancia e di quanto lasciare in base al servizio. Questa mia amica capisce il discorso e si offre di pagare lei. Ma ahimè sbaglia a fare i calcoli per cui lascia una miseria di mancia alla cameriera. Io non me ne accorgo. Prendiamo su le giacche, ce la chiacchieriamo beatamente ma mentre stiamo per uscire, la cameriera giappo si avvicina come se le avessero appena detto che il suo fidanzato Fushizu è scappato con un’altra e ci dice quasi singhiozzando: “non capisco... cos’ho fatto? Cos’ho fatto di male?”

Scendo dal pero.
“Non so cos’hai fatto di male cara mia, ma sei sicura che è scappato con un’altra?”
Ma siccome mi sembra che stia per scoppiare a piangere, mi affretto a dire: “scusi ma qual è il problema?”
Apre il porta-conto di pelle e dice:
“La mancia… non so cosa ho fatto di sbagliato, io vi ho servito, ho fatto tutto quello che mi avete chiesto…” Questa sta per scoppiare…
La guardo allibita senza capire. Poi guardo il conto, calcolo velocemente la mancia e mi accorgo che era tipo il 5% del totale. Come per dire: tu non sei neanche degna di rientrare non solo nell’ordine dei camerieri, ma neanche in quello degli esseri umani. Le chiedo subito scusa, rifacciamo i conti e lasciamo la mancia giusta.

A scanso di equivoci, adesso ho risolto i miei problemi del calcolare la tip grazie ad un’applicazione per iPhone che si chiama appunto “Tip calculator” dove io inserisco prima il numero delle persone che hanno mangiato al tavolo poi il totale del conto e da ultimo scelgo la percentuale rispetto al servizio che ho ricevuto. Questa applicazione poi mi calcola direttamente la mancia totale, la mancia da lasciare per persona, e il totale del conto da pagare. Facile no?

DOVE si lascia la mancia?
Come nei film. Sotto il bicchiere, sotto il piatto o sotto la tazza di caffè. L’importante è che deve spuntare da sotto. Come le nocciole di prima.

E se vi viene il dubbio che qualcuno si intaschi i soldi che avete lasciato sul tavolo per il cameriere, tipico dubbio da tipico italiano convinto che tutti ti freghino sempre, non ti preoccupare. Nessuno oserebbe mai farlo. Il sistema qui funziona, ci si può fidare.
O se no, fai come me. Ti avvicini come una vecchietta pettegola alla cameriera, la prendi a braccetto e le dici: guardi che io la mancia gliel’ho lasciata. E’ sul tavolo eh?

Un’altra cosa che ho imparato sulle mance è la seguente. Questa scena ha dell’incredibile. Radunate tutti i bambini anziani e vicini di casa.

Dopo pochi mesi che ero arrivata in America, vedo che è giunta l’ora di tagliarmi i capelli. Trovo un coupon che dava il 50% di sconto per un taglio di capelli in questo parrucchiere dal nome italiano. Si chiamava Delle amiche. Delle amiche… ma amiche di chi?!? Va be’. Prendo un appuntamento. Scopro solo quando arrivo lì che era sullo stesso piano del ristorante dove Obama va a mangiare con Michelle. La Spiaggia. Super quotato da Zagat. Quindi capisco che questo era parrucchiere coi fiocchi. Delle amiche .. amiche speciali!
Entro in sto posto pazzesco con signorone bionde americane che bevono il vino mentre gli tagliano i capelli. Pazzesco! Mi taglia i capelli questo tizio molto gentile, di nome Jimmy, mitico Jimmy, e alla fine mi fa un bel taglio. Non proprio come volevo, non proprio come quello del mio stimato parrucchiere Piero di Busto Arsizio ma va bene.

Faccio per uscire e il parrucchiere Jimmy si precipita a prendermi la giacca.
E gli dico: grazie!
E lui: “è un piacere!”
Che gentile Jimmy!
La tizia alla reception mi dice il totale. Sto per svenire. Le dico che avevo il coupon e lei mi dice: sì sì, il prezzo è già a metà.
Ah… ok… alla faccia di Jimmy!
Mentre pago, mi accorgo che Jimmy aspetta di fianco a me in modo molto composto. Mi aiuta a mettere la giacca e gli dico:
Grazie.
E Jimmy: “il piacere è tutto mio”. E si inchina.
Faccio per chiudere la borsa quando Jimmy mi dice: grazie. E si inchina di nuovo. Mi viene il dubbio che sia parente della cameriera Giappo di prima…
E io: grazie a te.

E Jimmy continua.
“E’ stato un piacere tagliarle i capelli”.

EH??? La romana che c’è in me pensa: Ma Jimmy… ma ghe stai a di’?!?!?
E lui rincara la dose: veramente… un onore…
Onore??!? Ma per chi mi ha scambiato?
Questa gentilezza inizia a infastidirmi per cui saluto ed esco.
E Jimmy rimane lì. Fermo. Immobile. Non si inchina più.


Mah… penso tornando a casa… ma cos’è stata tutta quella scena di battibecco di complimenti??!! Una gentilezza da nausea!!!

Una settimana dopo usciamo con degli amici e una mia amica ad un certo punto inizia a lamentarsi dei costi della ceretta qui in America. Ai lettori maschili: Sì cari miei! Questi sono problemi ragazzi!!! 100 dollari per una ceretta intera è veramente un problema. Anche perché i soldi sono quelli del marito, quindi vi interessa!!!

Ed a un certo punto dice: sì poi.. sai … aggiungi la mancia…

E io: EH? La mancia? A chi? Ci sono i camerieri dall’estetista?
E lei: no. La mancia all’estetista.
Riscendo dal pero.
COSA?!?!?!? E perché la mancia all’estetista???
Perché l’estetista rientra in quella categoria che viene pagata il minimo salariale e alla quale il cliente deve aggiungere la mancia al totale per coprire il servizio.

Ok. Stavolta vengo CATAPULTATA giù dal pero.
Spalanco gli occhi a pesce palla.
E immediatamente mi alzo in piedi a scatto e grido:

ECCO COSA VOLEVA IL POVERO JIMMY!!! LA MANCIA!!!!!

Ho scoperto dopo che la mancia va data a TUTTA la categoria dei servizi e quindi rientrano: parrucchieri, estetisti, parcheggiatori, tassisti, concierge, signore delle pulizie in hotel, portinai…



Da allora, tutti i giorni penso a Jimmy. Al povero Jimmy rimasto senza mancia a bocca asciutta quattro anni fa. Magari vado a portargli un kinder delice…

See ya!


4 commenti:

  1. Ciao, ora finalmente capisco come funziona, però si da italiano mi viene da dire il prezzo è tot e accetto o non accetto, è come se un cliente viene a fare un lavoro di grafica nello studio dove lavoro e aspetto la mancia, se sono pagato poco, è il datore di lavore che deve dare, altrimenti cambio, facile fare gli imprenditori così!!! e poi a questo punto sarebbe corretto se pagassi in % anche il gestore del locale!!!
    Un caro saluto da un lavoratore di Busto ;D

    RispondiElimina
  2. In teoria sarebbe giusto, in pratica dato che spesso e volentieri I datori di lavori pagano persone che poi passano Il tempo a grattarsi questa logica del "se lavori bene guadagni" mi sembra ottimale.
    Per farti un esempio banale vicino alla sede centrale della mia universita' hanno aperto un Harnold Cofee (diciamo una specie di Starbucks) I prezzi sono alti, Il locale e' piccolo, e se vuoi berti un cappuccino seduto devi andare o alle sei del mattino o alle sette di sera.
    Essendo in centro a Milano solo sulla stessa strada ci sono qualcosa come altri otto bar, eppure nonostante tutto c'e' sempre coda.perche'? Perche' I camerieri camminano sulle acque pur di farti sentire a tuo agio; come entri immediatamente qualcuno ti saluta e chiede come va con un sorriso sulle labbra, se hai esigenze particolari si fanno in otto per aiutarti, la pulizia dei bagni e dei tavoli e'assoluta, e se riesci a sederti una volta che hai ordinato, fosse solo una ciambellina o un succo di frutta, puoi rimanere li' tutto I'll santo giorno a leggere o studiare senza che nessuno ti disturbi o lanci quelle occhiatine che vogliono dire"Smamma".
    Ma la cosa che mi ha lasciato di stucco e' stato quando un giorno inavvertitamente ho rovesciato una cioccolata intera bollente su uno dei divani, I ragazzi seduti accanto a me nella fretta di scostarsi per non restare ustionati si sono alzati di scatto investendo un tavolino.con altre bevande che sono cadute per terra...il delirio.
    Come sono andata a spiegare tutto l'accaduto prosternandomi in scuse infinite loro invece di arrabbiarsi come sarebbe stato giusto, hanno pulito senza fiatare, messo una specie di telo per sistemare Il divano e rifuso TUTTI delle bevande che erano andate perse senza che dovessimo dire una parola o tirar fuori un' euro, me per prima che li guardavo come fossero scesi da marte.
    E' questa mentalita' di attenzione e dedizione al cliente che nei nostri locali manca del tutto o quasia fare una abissale differenza e infatti I'll locale fa soldi a palate, mentre I concorrenti arrancano.

    RispondiElimina
  3. Non so se questo blog è piu aggiornato ma la curiosita è troppo grande e tento...
    se non si ha il "cambio" disponibile per dare la mancia corretta o, peggio, si ha solo carta di credito, come ci si regola?
    Grazie comunque per avermi risolto questo dubbio molto piu che amletico!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissimo ashtroman,
      risolvo subito questo tuo dubbio cosi' puoi dormire la notte!

      Quando paghi con carta di credito, ti viene presentato lo scontrino da firmare. A quel punto puoi aggiungere la mancia sul totale da pagare. Usando sempre la carta di credito! Il cameriere, una volta che "striscia" la carta per pagare il totale, dopo ti porta lo scontrino dove puoi aggiungere la mancia. In pratica tengono aperta la transazione con la carta aspettando che tu sganci la mancia.

      L'altro giorno dalla parrucchiera, la receptionist mi ha detto che non potevo lasciare mancia con la carta di credito. Per fortuna avevo gli ultimi contanti nel portafoglio. Se non avessi avuto contanti, penso che le avrei detto che fossi andata a prelevare... e poi glieli avrei portati!

      A mwno che vuoi fare l'italianata, le dici che arrivi e poi scompari! Ma poi quella e' la tua parrucchiera, non si puo' rischiare di avere tagli mal-fatti la voto dopo!!! ;)

      Elimina