I manuali sul "come fare"

Perché dovrei scrivere?

Perché dovreste leggere?

Perché alzarsi al mattino?

Perché andare a lavorare?

Perché i bambini piangono?

Perché invece che piangere, i bambini non possono fischiettare? O emettere una piacevole melodia?

O che so io… perché non possono emettere un ding ding, tipo un messaggio di cellulare, un BIP BIP.

Di sicuro il BIP BIP: hey mamma ho fame; BIP BIP: hey mamma ho sonno; BIP BIP hey mamma ho una sorpresa per te nel pannolino, suonano molto più dolci e rilassanti di un perforante e altissimo UUUUUUUUUUUUUUUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

Sono andata dalla Pediatra e le ho chiesto: perché i denti fanno male solo di notte?

E lei … beh lei è scoppiata a ridere. Mi ha detto: ehm.. in effetti non lo so…

Ah.

Non so se si è capito ma è parecchio che non dormo una notte decente.

Martedì sera non sono riuscita a scrivere –scusatemi- perché il mio jumbo-neonato ha deciso di vomitare due volte enormi quantità di latte su di me e sul nostro lettone. Per due volte. Pare, dico pare, non sia una buona idea dare da mangiare nel lettone ad un bambino alle 11 di sera. Per cui invece che scrivere per voi ero a lavare, fare bucati, pulire il piumone, cambiare la trapunta e rifare per la seconda volta il bagnetto al er pupone. Amore della mamma sta-mina.

Non ho avuto neanche il tempo di scrivervi perché non sono riuscita a scrivere.

Ma perché bisogna fare tutta sta fatica?

Perché un secondo prima sei lì che ti stupisci di fronte ai tuoi figli, e ti chiedi da dove arrivano pensando ai massimi sistemi, e un secondo dopo non li puoi più vedere? TIRATEMELI VIAAAA

Oramai nessuno si chiede più perché.
E’ una perdita di tempo.

E’ difficile trovare la risposta a un perché.

E siccome noi con la nostra testolina non ci arriviamo, allora decidiamo di lasciar stare. Lasciamo perdere. Forse è meglio. Non chiediamoci perché. Ci fa mettere nei casini e basta. Eh ma quante storie. Non abbiamo più voglia di guardare, di imparare, di aspettare. Siamo gente del duemila, basta avere pazienza!!!

Infatti, ho fatto una ricerca e ho scoperto che su Google i “Perché” sono meno ricercati dei “Come”.

Il “come” indica: ho bisogno d’istruzioni, devo riuscire in una cosa, devo ottenere il risultato ma non sono come. Google: dimmelo tu.

Il perché invece implica un senso. Un senso che spesso non riusciamo a trovare. E quindi lo cerchiamo. Serve solo a noi, a noi stessi, per trovare un motivo, la chiave di tutto.

I perché sono più commoventi, mi ha preso il cuore vedere cosa cerca la gente:

Perché piangiamo?
Perché le amicizie finiscono?
Perché sbadigliamo? Mizzega io una risposta ce l’avrei…

Perché il cielo è blu?

Perché si è dimesso il Papa? (che nonostante sia successo mesi fa, rimane al primo posto dei perché digitati sul web)

Perché gli uomini tradiscono?

Io Giulia, forse sono troppo fissata sui perché. Io continuo a chiedermi il perché di tutte le cose. Forse è per questo che faccio così fatica a stare al mondo.
Siccome i perché sono troppo difficili, sono misteri duri da risolvere, allora si è passati al come. Almeno andiamo avanti a sopravvivere.

Il mondo si è riempito di manuali sul “come fare”.

I “come” più cercati su Google sono:

come fare il nodo alla cravatta (ma… non ci sono più padri a questo mondo?)

come bollire un uovo (mamma mia… ma siamo messi male… non come cucinare la coda alla vaccinara di Sora Lella ma come bollire un uovo signori miei…)

come perdere peso (capisco fratelli americani… capisco…)

come baciare

come amare (siamo finiti per chiedere a Google come amare… siamo alla frutta dopo la coda alla vaccinara)

In America è pieno di libri, siti internet, manuali, il cui titolo inizia per How To (come/come fare per). Gli americani sono i Re del fare, del tutto fare, sono super-efficienti nel fare. Nelle librerie c’è la sezione apposta dedicata a questi libri.

Su internet c’è un sito che si chiama Wiki How che praticamente contiene tutti gli How To. C’è di tutto: da “come togliere un fungo ai piedi” a “come fare un ghiacciolo al Kiwi”, da “come scrivere il testamento” a “come smettere di russare”, da come lasciare il ragazzo via telefono” a “come parlare con Dio”, da “come fare un record per il Guinness dei Primati a “come perdere peso solo in faccia”.

Io spero che non sia la stessa persona che cerca tutta sta roba, se no gli conviene cercare “come riprendersi”. E in fretta anche. Grazie.

La cosa impressionante è che ho letto che nel 2009, se scrivevi su Google “how to”, Google non riconosceva queste due parole assieme, venivano ignorate, come se non ci fosse bisogno di cercare istruzioni su internet.

Allora cosa vuol dire? Che la gente sapeva già? Forse che se avevamo bisogno di qualcosa, fino al 2009 andavamo a cercare sui libri, chiedevamo alla nonna, alla mamma, chiamavamo gli amici.

E poi?
Cos’è successo?

Nessuno chiama più? Ma se siamo sempre al telefono?

Gli unici che si chiedono ancora perché sono i bambini. I bambini non si fanno problemi a chiedere perché. Lo chiedono e basta. Anzi, la cosa più interessante è che se hanno una domanda, corrono dalla mamma e il papà e glielo chiedono. E se non capiscono, ripetono ancora: ma perché? E perché? E perché?

Mi viene sempre in mente una frase che mi sono stampata sulla prima pagina della mia tesi: “l'universo risponde il vero a chi lo interroga onestamente” diceva C. S. Lewis. No. Non Carl Lewis quello dei 100m. Un altro. Questo è Clive Staples Lewis.

Quindi il nostro compito è chiedere. E’ chiedere perché.

Noi aspettiamo la risposta.
E’ l’universo che risponde. Non noi.

Il casino è quando pensiamo che l’universo sia Google. Dio mio…

Ue Google! Perché mia nonna non riesce a togliersi il fungo dai piedi dopo che ha mangiato un gelato al Kiwi mentre cercava di perdere peso solo in faccia? Perché? Eh? Perché?

A sto punto, e' meglio chiedere a Sora Lella...

See ya!