martedì 14 maggio 2013

I Post-it


In un mondo dove non si può più sbagliare, dove l’errore è bandito, e quindi va subito eliminato, questa storia ci deve servire da lezione.

Ogni volta che mio padre mi diceva “sai che i post-it sono nati per errore?”, io mi dimenticavo e ri-stupivo subito rispondendo: nooo veramente?!?!
“Sì. Sono nati per un errore di produzione”.

E anche molto altro…
La storia però non è una sola, ma sono due.

Il tutto iniziò con Spencer Silver che nel 1968 lavorava all’azienda 3M cercando di sviluppare un adesivo super-forte-extra-strong-potentissimo mamma (direbbero i nostri figli) che potesse essere usato per la costruzione di aeroplani nell’industria aerospaziale. E pensate, al posto dell’incredibile colla, per sbaglio la macchina sputò fuori un adesivo incredibilmente debole che non riusciva a tenere insieme neanche aereoplanini di carta. Figuriamoci quelli aerospaziali. Il povero Silver venne mezzo schernito dal management della 3M. Inefficace. Inutile. Troppo debole per essere utile. 

Però questo povero piccolo adesivo, frutto di un errore industriale, aveva due caratteristiche interessanti: la prima è che quando veniva attaccato ad una superficie, poteva essere rimosso facilmente senza lasciare nessun residuo di colla grazie alle microsfere di acrilico di cui era composto. La seconda è che era riutilizzabile. Attacca-stacca-riattaca-sta attaccato-incredibile-ristaccalo?-si riattacca- grande!

Silver era stupito dalla sua invenzione ma non sapeva che farsene. Aveva in mano un prodotto che non era commerciabile e quindi inutile agli occhi del mondo. E così Silver passò cinque anni presentando il suo prodotto agli impiegati delle 3M sperando di cavarci qualcosa, sperando che qualcuno trovasse un modo per impiegare sto adesivo. Ma niente da fare. Senza uno scopo, senza un uso, era invendibile. Quindi accantonato.


Fino a quando, nel 1973, si unì un secondo “incidente” di percorso. Un ingegnere chimico della 3M, Art Fry, oltre ad essere ricercatore nella divisione sviluppo prodotti, era un componente del coro della North Presbiterian Chuch di North St. Paul, nel Minnesota. Tutte le domeniche non mancava mai alla messa. Mentre cantava, s’imbatteva costantemente in un banale ma fastidioso problema. Per ritrovare in tempi stretti i canti da eseguire, era solito inserire nel libro dei canti alcuni foglietti di carta in corrispondenza dei canti prescelti. Ma erano più le volte che i foglietti, aprendo il libro cadevano, poi doveva raccoglierli, perdeva il segno della pagina (dove siamo? Gira! No lì, no, il canto dopo. SHHHH!) che quelle in cui svolgevano la loro funzione come si deve. “DOVE TROVEREMOOO TUTTO IL PANEE PER SFAMAREEE TANTA GENTEEE”.

Racconta Art Fry:


“Non so se a causa di un sermone noioso o di un’ispirazione divina, ma quel giorno pensai a come risolvere questo inconveniente.
D’improvviso mi venne l’idea di un adesivo… Non di un adesivo qualunque; di uno che era stato ideato e provato da un mio collega alla 3M, Spencer Silver, ma che era poi stato scartato perché aveva il difetto di perdere la propria capacità adesiva dopo poco tempo”.

La lampadina di Fry si era accesa all’improvviso. ALLELUJIA ALLELUJA. Gli ritornò in mente quell’adesivo buttato via anni prima. Per risolvere il problema dei foglietti che volavano via bastava renderli appiccicosi in maniera che rimanessero attaccati alle pagine del libro, senza rovinarle, e potendo essere staccati quando non c’era più bisogno che tenessero il segno. Occorreva insomma un “adesivo che rimanesse tale solo per breve tempo”.

Il lunedì seguente Fry si recò come sempre al lavoro. L’idea maturata in chiesa la domenica gli frullava per la testa, deconcentrandolo e svelandogli che in realtà le possibili applicazioni di una tale invenzione avrebbero potuto andare ben oltre all’utilizzo da lui pensato per il libro da messa. Decise allora di sviluppare la propria idea, recuperando l’adesivo del collega e spiegandogli che se l’adesivo veniva posto dietro un pezzetto di carta, poteva essere attaccato ovunque. Ci volle un anno e mezzo di lavoro. Andò nell’ufficio commerciale a proporre la sua invenzione, ma venne accolto con diffidenza. Anzi, dicono con assoluta indifferenza. Ah…bello… bravo,  canterino, ma per me è NO. Direbbe la Mara Maionchi.

Però Fry non si arrese. Era bello testardo come un mulo tibetano e grazie alle sue insistenze, nel 1977,
la 3M acconsentì di fare un test di mercato, commercializzando un campione di prodotto in 4 città degli stati Uniti, con il nome di Post-it. E, voi penserete: finalmente ce l’ha fatta… no. I risultati furono pessimi.
Tuttavia, l’allora responsabile del laboratorio dei prodotti 3M, Geoff Nicholson, non voleva mollare l’osso. Capì che, se non avevano avuto successo, non era colpa dei Post-it, ma di come erano stati messi sul mercato. I post-it erano stati posti sugli scaffali senza pubblicità o promozioni. Era quindi un problema di marketing. Di strategie. Perciò, per l’ennesima volta venne programmato il rilancio del prodotto sul mercato, previa distribuzione gratuita di alcuni campioni nei supermercati e negli uffici. Bene. Andarono a ruba. Erano la gioia delle segretarie e di tutti gli impiegati.

Dal 1980 venne diffusa la vendita dei Post-it in tutti gli Stati Uniti e dall’anno seguente approdarono anche in Europa e quindi nel resto del mondo.

Da questa storia io ho imparato un sacco di cose. Che se ti viene un’idea, segnatela. Non è detto che siccome non ha un uso immediato, allora non è utile. Se tu non ci arrivi, amen. Dilla ad un amico. Peregrina in giro. Magari ci arriva un tuo amico, o un collega, che recupera la tua idea, la salva e la compie. Tutto è utile. Tutto serve. Anche l’errore.

Io mi immagino poi quel poveretto (poveretto nel 68, adesso non credo proprio) che ha passato 5 anni a vagabondare per gli uffici della 3M con sto cavolo di adesivo debolino, frutto di un errore. In quanti lo avremmo mandato a quel paese? Io per prima: dai, oh!! Ma la smetti!?!?!


In un’intervista alla CNN, Silver dice che lui si rende conto di aver trovato la soluzione a un problema che non c’era. Come dire, avevo una risposta, ma non so a chi potesse servire. E invece, dopo un po’ di anni, il suo collega Fry si interroga di fronte a un problema, come fare a migliorare la situazione per il libro dei canti. Quindi Fry aveva il problema ma non la soluzione. Ma un’illuminzione sì! E poi ci vollero 12 anni prima che arrivò sul mercato. Mica bau bau micio micio.

E’ una storia di riscatto. Poi io per le storie vere di invenzioni, di gente con idee, di storie travagliate ma che finiscono bene, io impazzisco.

Il preside della facoltà di sociologia di Harvard, Daniel L. Schacter, definisce i Post-it come aiuti esterni alla memoria. Sono dei potenziali indizi di memoria che compensano la nostra incapacita' di ricordarci le cose. NO. Dico. Bisogna essere Sua Pomposità di Harvard per arrivarci?

Io adoro i post-it. Mi segno di tutto. A casa in Italia ho dei post-it appesi all’anta interna dell’armadio con segnati tutti i passaggi dei libri che preferisco. Qui, li uso sia per ricordarmi che tutto e’ per una ricompensa spero lauta, nel regno dei cieli ma anche in terra, alle cose più realiste. Giulia: bevi dell’acqua. Dai. Muoviti. Giulia: vai in bagno. No. Non dire “dopo”. Adesso.

Oppure. Tommaso aveva l’otite. Doveva prendere l’antibiotico. Per la mia sbadataggine ho saltato due somministrazioni. Il giorno dopo mi chiama la farmacia chiedendo se Tommaso gradisce il sapore dell’antibiotico. (EEEEH???).
Lo prende?
Si.
Ha problemi a prenderlo?
No.
Ha saltato qualche dose?
Ehm… no… si figuri… (ho delle telecamere nascoste in casa?)

Allora mi sono appesa un bel post-it in cucina che dice:
SONO LE 9??? Se sì, dai l’antibiotico a Tommy.

Non ne ho più mancato uno.

Sono le 11.30. Il post-it recita: Giulia vai a dormire.
Grazie Post-it. 
Vai. 
Subito. 
Adesso.

See ya!

4 commenti:

  1. ecco, io non avrei saputo inventarlo..nel libretto verde dei canti si inseriscono alla perfezione tesserini di g.d'inizio, di pasqua, santini vari, segnalibri di cresime, battesimi, ecc. et voilà. a volte addirittura diventano parte integrante del libretto..!

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    1. Eh brava Benni!!!!! Quindi va a finire che canti le frasi delle immaginette!!! Beh ci sta! Almeno sono canti nuovi!!!! Ciaooooo

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  2. Per forza sono diventati famosi.... se lo si legge al contrario è una minaccia...Ti-tsop...!!

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