giovedì 4 aprile 2013

L'hamburger


Ieri mattina c’era la coda al fasciatoio.
Entrambi i pargoletti emanavano un odore alquanto feroce dal loro baule.
Sotto il primo.
Sotto il secondo.
Al secondo cambio mi accorgo che l’aria nella stanza si era fatta particolarmente pesante. Annaspo verso la finestra per cercare qualche bolla nuova di ossigeno,  agguanto la maniglia tenendo gia’ pronti i miei polmoni a respirare aria fresca quando invece, apro, e sento odore di hamburger.
EEEH? Hamburger? Alle sette del mattino?!?!?
No ma dico! Un caffe’ no?
L’aria di hamburger grigliato inizia a conquistare la stanza e io sono all’impasse, in un cul de sac. Che cul! Mentre l’odore di hamburger avanza, io non avanzo, non so cosa fare, no non so come fermarlo, non so se chiudere la finestra, non so dove andare a respirare. L’odore inizia a portarmi al vaniloquio quando penso che magari se ficco la testa nel cestino posso tirare qualche boccata da li’. Di sicuro non respiro aria buona perche’ fra l’odore di hamburger grigliato alle 7 del mattino o quello del prodotto interno lordo dei miei figli, non so cosa sia meglio. Di sicuro non il lordo.

In ogni caso se vivi in America, l’odore di Hamburger e’ gia’ incluso nel pacchetto. Ding!

La terza volta che mia mamma è sbarcata qui, tornati dall’aeroporto, scendiamo dalla macchina, e mia mamma dice:
“Aaaaah! Che profumo di America…”
E io: “Profumo di America? Perché di cosa “sa” l’America?”
E lei: “Di hamburger”.

Ah be’. Sempre meglio che di ascella.

Ma ha ragione. L’hamburger non è solo un panino, l’hamburger qui è una cosa che si respira, che vive, che ti assale. E’ l’essenza stessa dell’America.

Si dice che in media un americano medio mangi in media tre hamburger medi alla settimana. Va’ che son tanti. E’ più del nostro panino speck-fontina-salsa rosa.

Il problema è che ad un hamburger non si resiste. Uomini donne anziani e bambini diventano tutti come le donne incinte quando gli vengono voglie incontrollabili (a volte quasi violente) di gelato, pizza o, come la sottoscritta, di salmone affumicato. Non puoi dire di no. Se dici di no, finisci male. Di fronte all’hamburger non si dice di no, bisogna andare. E andiamo allora!

La bellezza di un hamburger sta nella sua totalità.
Innanzitutto, il colosso ha inizio col profumo. La carne viene grigliata, prima si scurisce da un lato, poi dall’altro, e quando vedi formarsi le righine scure sulla fetta di carne inizi a godere e a saltare di gioia internamente perché questo vuol dire solo una cosa: ci siamo. A sto punto, il profumo di hamburger inizia ad espandersi brutalmente e le tue papille nasali pure.  Quando è cotto, all’hamburger viene presentata una donzella sotto il nome di “fettina di formaggio”. I due si guardano, rimangono distanti per un attimo e poi si congiungono amorevolmente nel matrimonio più riuscito che la storia ricordi. La fettina si appoggia sulla carne e al contatto, ella si fonde. Amore a prima vista!!! L’hamburger è pronto e viene dichiarato cotto. E’ cotto, è cotto… E’ proprio cotto… Nel momento in cui è pronta, la fetta di carne viene abbracciata da due fette di pane caldino che sono pronti ad accoglierlo come mamma e papà, assorbendo un po’ dei suoi succhi sugosi. Ma la fettina si chiede: ma scusa, ci siamo sposati e andiamo a vivere dai tuoi?!?!
Ma l’hamburger non risponde e le fette di pane non sentono niente, sono intente ad avvolgere la carne e la sottiletta con tutto quello che riescono: pomodoro, lattuga, ketchup, maionese, cipolle e quello che volete per renderlo unico. D’altronde sono come mamma e papà, sono capaci di accettare e accogliere tutto. Ed ecco qua. Un capolavoro! Adesso capisco perché c’è gente che griglia hamburger alle 7 di mattina…

Quando avevo 18 anni ed ero a Mesa in Arizona per un corso di inglese intensivo, ho scoperto che l’hamburger si chiama così non perché c’è il prosciutto dentro (infatti ham in inglese vuol dire prosciutto), ma perché il nome deriva dalla città di Hamburg, Germania, dove si dice che l’hamburger, e quindi carne macinata messa sulla griglia, sia nato proprio lì. Quindi, l’idea ragazzi l’hanno presa da noi europei. Poi McDonald’s ha fatto il resto. D’altronde però gli americani sono i maghi del business. Noi invece abbiamo le idee e le regaliamo. Che animo altruista!

Quando sono tornata in America che avevo 25 anni ed ero a San Diego per la mia tesi di laurea, avevo una macchina a noleggio e ho deciso di iniziare un’impresa alquanto singolare: andare a provare l’hamburger di ogni catena di fast-food. Volevo catalogarli tutti. E così ho fatto: Wendy’s, Carl’s Junior, In and Out (il migliore), Jack in the box (una leggenda) etc. Provavo uno o due hamburger a settimana non di più. E pensate un po’, sono tornata in Italia che non rotolavo, anzi camminavo, ero dimagrita. Certo ragazzi, il trucco per non ingrassare in America è non mangiare i dolci. Se mangi il resto, sei a posto. Se mangi i dolci, chiappi tuoi!!!

Quando sono arrivata qui a Chicago, avevo intuito che qui ci dovevo vivere per un po’, e allora volevo sapere subito dov’era l’hamburger più buono della città. Siccome io quando faccio le cose le faccio bene, e non lascio niente al caso, allora ci ho dato dentro anche qui. Ho proposto a mio marito di iniziare una quest, una caccia al tesoro, per trovare l’hamburger più buono. Mio marito accetta sul colpo e così abbiamo inaugurato una ricerca che ci ha portato non solo ad assaggiare hamburger, ma anche a diventare degli esperti sofisticati. Io preparavo ed aggiornavo una lista e insieme andavamo a provarli, una o due volte al mese mettendo la crocetta sui posti già provati. Alla fine, ci sentivamo come una coppia di investigatori Zagat, dove in ogni posto che entravamo valutavamo tutto: locale, attesa, inservienti, panino, patatine, servizio e così via. Sfruttavamo anche l’arrivo di amici conoscenti e parenti per andare a provare posti nuovi. Una volta abbiamo perfino portato la pro-zia di mio marito di 70 e passa anni a mangiare un hamburger. L’hamburger non era il nostro preferito ma la compagnia era ottima e la cosa più bella è stato sentirle dire: “ho sempre sognato di poter mangiare un hamburger così!” Che cara!

Devo dire che questa ricerca è stata bella. Siamo finiti in un posto storico di Chicago, Billy Goat Tavern a parlare una domenica sera con il barista mentre passava lo strofinaccio sul bancone (come nei film) mentre io gli chiedevo di raccontarmi di più di quando John Belushi aveva inventato il loro motto. Di più di più! E poi??
Oppure quando siamo tornati a mangiare in un posto di nome Carm’s dove andava mio marito a mangiare quando studiava qui dove hamburger più patatine costa solo 3 dollari. Ed è sempre tutto come prima, il proprietario Stevie con mille storie da raccontare, simpaticissimo, sua mamma che appena capisce che sei italiana si illumina e è sempre lì che ti racconta che anche lei italiana, che ha la foto di Padre Pio nel negozio etc. Ovviamente per il valore affettivo di quel posto, l’hamburger lì è il top!

Un giorno questa ricerca si è conclusa. Eh sì cari miei!!! Un giorno e io mio marito abbiamo scoperto l’hamburger a nostro parere più buono. Non è quello di un pub, non è quello di un ristorante o che, ma è l’hamburger di una catena americana che si chiama: Five Guys (cinque ragazzi). La storia infatti dice che è stato fondato da 5 fratelli di Washington, DC. Eccomi da five guys tanti tanti anni fa. GRAZIE Bobo per aver immortalato questo momento.



Innanzitutto, entri da Five Guys e mentre fai la fila ci sono sacchi e sacchi di noccioline salate che ti aiutano a non farti pesare la coda (che fra l’altro si smaltisce in fretta) o che puoi sgranocchiare mentre aspetti che il tuo hamburger venga da te. Sì, sì, le noccioline sono gratis. Italiani…
Poi arrivi dal cassiere e scopri che tutti i toppings (cioè i condimenti) sono gratis, o meglio sono inclusi nel prezzo. Puoi sceglierne 10 come 1 e il prezzo è lo stesso.
Quello che rende Five Guys unico è il fatto che la carne dell’hamburger non è congelata. E’ fresca! Non ci sono congelatori, hanno solo frigoriferi. Five Guys si vanta infatti, e fa bene, che tutti gli ingredienti degli hamburger (pane, patate, pomodori, insalata etc.) gli arrivano ogni giorno freschi. Tanto che in ogni locale della catena c’è una lavagnetta con scritto “oggi le patate arrivano da” e di seguito il nome della città o del produttore da cui arrivano.
Quando mangi il loro hamburger, ne mangeresti subito un altro. Quando lo mangi, senti che tutto quello che c’è dentro si sposa perfettamente con tutto e la freschezza degli ingredienti la senti ed è ciò che fa la differenza. Come quelle ultime pennellate spesse e sporgenti nel quadro della notte stellata di Van Gogh.
Negli altri posti, spesso mi succede che gli hamburger sono talmente grossi e pesanti che non riesco ad arrivare alla fine. Il pensiero dell’ultimo morso per non lasciare lì gli avanzi, mi far venir voglia di rimettere lì tutto. Non in senso figurato. Allora devo bere coca-cola per tenere giù il mezzo bisonte che mi son mangiata o almeno rimanere cosciente fino a quando non raggiungo la porta del locale per farmi prendere a schiaffi dall’aria fresca.
L’hamburger di Five Guys invece è di grandezza giusta, di un gusto che ti sembra di aver trovato l’anima gemella.

D’accordo con me sul fatto che l’hamburger di Five Guys è il migliore, c’è anche, fra gli altri, Obama. Almeno. Non me l’ha esplicitamente detto al telefono però il 29 marzo del 2009, il Presidente Obama ha deciso a pranzo di andare da Five Guys. Entra, e con grande sorpresa ed eccitazione fra i presenti, indovinate cosa fa? Niente, ordina un hamburger da portar via. Non è facile scegliere quali e quanti ingredienti mettere nell’hamburger di Five Guys perché ce ne sono tanti e devi pensare alla giusta combinazione. E anche questo Obama lo sa. Infatti la cosa più divertente per me è stato vedere Obama indeciso su cosa scegliere. Aaahm…. Eeeehmmm…. Allora vorrei un…. Aaaah…. Nel video si sente che fa tante pause fa un ingrediente e l’altro e che ci sono svariati momenti di silenzio in cui guarda il cartellone riflettendo bene su quali ingredienti scegliere. Guardate che faccia… 



Alla fine opta per: cheeseburger con lattuga, pomodoro, peperoncini jalapeno e senape. E poi ne ordina altri 7-8 per i suoi collaboratori. Che amico! Insomma, anche un presidente così ci mette un po’ a decidere cosa mettere nell’hamburger. E poi è tornato alla casa bianca col suo sacchettozzo in mano. Speriamo che in quel pomeriggio non abbiano deciso le sorti dell’economia americana… Allora per la disoccupazione ragazzi direi di ... burp… ah facciamo così: facciamo un po’ di buchi nelle strade così dovremo assumere gente per… burp scusate… ricoprirli. Mi passi la coca?

Siccome immagino che adesso vi sia venuta una voglia di hamburger che a momenti prendete l’aereo per venire da Five Guys, oppure mi maledite per aver scritto questo articolo oppure darete la colpa a me perche’ vostro figlio e’ nato con una voglia di hamburger sulla faccia o sulla chiappa e date la colpa al marito che non e’ andato a comprarvi l’hamburger (e’ sempre colpa del marito, SEMPRE), allora vi dico anche che l’altra categoria di hamburger migliori sono quelli che faccio in casa. Meritano! Guardate qui la faccia del fratello di mio marito. Non riesco a dire cognato perche’ se ha 18 anni, cognato mi suoan un po’ stretto. Ma comunque mi sembra particolarmente felice.



Ho imparato dall’americano medio a preparare la carne. Allora ci sono mille modi per praparare la carne dell’hamburger. In generale si fa cosi’: prendi la carne macinata e la mischi con pepe, un uovo, sale, pepe e un po’ di spezie che variano a seconda della ricetta. Insomma quello che vuoi, quello che ti pare. Sappiate che c’e’ anche chi ci mette un cucchiaino di salsa Worcestershire, chi la salsa Barbeque c’e’ chi ci mette la senape, un cucchiaio di brown sugar. Insomma ce ne sono tante. Potete anche cercarne una. Io vado a seconda delle spezie o ogni volta cambio ricetta. Pero’ questo e’ il risultato:


Detto cio’, io vado perche’ la coda al fasciatoio che si era smaltita adesso i bimbi stanno formando una coda che si e’ diretta verso i fornelli. Forse vogliono un hamburger anche loro....

See ya!

11 commenti:

  1. In Texas l'hamburger è una cosa sacra, da consumare in compagnia, un po' come l'agnello pasquale (ma anzichè averci i sandali ai piedi e i fianchi cinti si indossano flip-flop e bermuda). La prima volta che mi hanno invitato a un BBQ mi aspettavo carne grigliata ovunque, invece ho trovato dei tavoloni con su hamburger freschi, pane, insalata, pomodori, jalapenos e salse varie. Il concetto è che ognuno si fa il proprio hamburger come meglio crede e preferisce. Una figata.
    Poi ricordo che quando andai a New Orleans il mio amico che mi accompagnava mi disse:"Ti porto nel posto dove fanno i migliori hamburger della Louisiana". Hamburger? Ancora?! Ma aveva dannatamente ragione.

    E comunque si, l'america odora di hamburger.
    Anche se a Houston per me il primo odore è stato quello delle patatine.

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    1. Ciao Max!!!! Patatine!?! MMMMM Scusa mi sa che devo andare a Houston...

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  2. Five Guys è il mio preferito a New York, l'unico sulla costa est che si avvicina a In N Out

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    1. Grazie Andrea!!!!! Sono contenta di avere un lettore intenditore! Non solo! Che sappia anche di In N Out!!! Grande!!!! Ciaooo

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  3. Ju-Ju sei mitica come sempre! Ti ho lasciato un premietto sul mio blog(se per te è una rottura di balle non farlo, ma io ci tenevo a farti un po' di pubblicità! Un abbraccio

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    1. dimenticavo il link: http://faccioedisfo.blogspot.it/2013/04/premi-amici-blogger-e-nuove-conoscenze.html

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    2. Ciao Rita!!!!!!!!!!!!!! Ma grazie!!!!!!!!!!! Come sei cara!!!! Sei fantastica!!!!! Non so come ringraziarti! Io sto aspettando che mi venga l'articolo giusto per farti pubblicita'!!! Grazie mille ancora! Sei proprio unica! Un abbraccio!!

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  4. "la grandezza dell'hamburger sta nella sua totalita'". Non avrei saputo dirlo meglio. Anzi anzi te la rubo e me la giuoco con qualche collega quando ripasso in iuessei..

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    1. Grazie Feo!! Sono onorata. Giuocala giuocala! Saluta la Luciii

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  5. Accostare Van Gogh a un hamburger.. Geniale!
    Buono Billy la capra. Ci sono stato una volta ed è proprio bello.
    Non vedo l'ora di tornare su per conoscere i 5 ragazzacci.

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  6. Accostare Van Gogh a un hamburger.. Geniale!
    Buono Billy la capra. Ci sono stato una volta ed è proprio bello.
    Non vedo l'ora di tornare su per conoscere i 5 ragazzacci.

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